
Manifesto > Architettura della sicurezza
Architettura della sicurezza
Come polo globale del commercio di materie prime e importante piazza finanziaria per sporchi affari, il più grande contributo della Svizzera a una maggiore sicurezza globale sarebbe quello di assumersi finalmente le proprie responsabilità. Inoltre, la Confederazione può contribuire alla sicurezza europea proseguendo la propria tradizione umanitaria e contribuendo al rafforzamento dei trattati internazionali e delle organizzazioni multilaterali come l’ONU e l’OSCE. Un avvicinamento alla NATO è la strada sbagliata.
Nel nostro mondo interdipendente la sicurezza effettiva in Svizzera può realizzarsi solamente se essa è garantita anche a livello internazionale. È quindi necessario un impegno a favore di un’architettura internazionale della sicurezza al di fuori delle logiche militari. Le architetture della sicurezza sono però spesso concepite da alleanze militari o blocchi di Paesi alleati che si sono sviluppate attorno a uno Stato o a un gruppo di Stati percepiti come nemici comuni. Ciò può comportare un inasprimento delle tensioni preesistenti. Questa logica, di natura profondamente bellica, porta gli Stati al confronto e allo scontro. Le alleanze come la NATO non possono quindi essere considerate come mezzi per il mantenimento duraturo della pace perché puntano invece alla preparazione della guerra e limitano fortemente i tentativi di de-escalation. Ciò rende particolarmente problematica l’intenzione della Svizzera d’avvicinarsi alla NATO.
Un’architettura della sicurezza concepita per propagare la pace deve quindi basarsi su organizzazioni internazionali che non cercano il confronto tra blocchi, bensì puntino alla prevenzione e alla soluzione pacifica dei conflitti. Esempi in tal senso sono organizzazioni come l’OSCE o le Nazioni Unite. Date le loro modalità di funzionamento e/o i mezzi finanziari disponibili, le loro possibilità d’azione sono limitate. Mentre la NATO dispone di un budget militare annuo di 1,96 Mrd. di euro, l’OSCE riceve solo 140 Mio. di euro l’anno. Anziché avvicinarsi alla NATO, la Svizzera dovrebbe rafforzare organizzazioni come l’OSCE affinché possa adempiere i suoi compiti di prevenzione e composizione dei conflitti. Raggiungere una pace autentica così come la stabilità internazionale può essere possibile soltanto se i conflitti sono affrontati dalla radice e risolti prima di una possibile intensificazione. E non alimentandoli ulteriormente con alleanze costruite attorno a tali tensioni.
La Svizzera dovrebbe altresì assumere un ruolo di pioniere aderendo a pieno titolo ai trattati delle Nazioni Unite conformi alla sua tradizione umanitaria. Un ordine internazionale basato su regole anziché sul diritto del più forte è una garanzia per la sicurezza di tutti i Paesi del mondo e delle loro popolazioni. In virtù del prestigio diplomatico della Svizzera e delle sue possibilità di influenza, è di importanza decisiva che adoperi la sua competenza in politica estera, per orientare altri Paesi in questa direzione. Gli eventi a livello mondiale ci insegnano quotidianamente che i trattati internazionali già ratificati non sono sufficienti e che sono necessari nuovi accordi in ambiti quali il rispetto dei diritti umani, il controllo delle armi e infine il bando delle armi atomiche. La Svizzera deve impegnarsi a livello internazionale a favore di questi principi che garantiscono pace e stabilità sul piano globale.
La Confederazione deve svolgere un ruolo centrale anche nella politica interna: come importante polo del commercio di materie prime e piazza finanziaria per affari con regimi che violano i diritti umani la Svizzera può esercitare, tramite il suo sistema finanziario, una significativa pressione. Quest’opzione appare particolarmente rilevante dato che concerne le entrate di uno Stato e il patrimonio di chi lo governa. Le sanzioni finanziarie contro Stati che violano i diritti umani o contravvengono gravemente al diritto internazionale pubblico potrebbero obbligarli a un ripensamento, dato che verrebbero a mancare i mezzi di finanziamento delle loro operazioni belliche. Un esempio recente riguarda l’invasione russa dell’Ucraina. A oltre un anno dall’inizio dell’invasione la Confederazione ha congelato solo circa 8 dei 200 Mrd. di franchi del patrimonio degli oligarchi russi, mentre il commercio delle materie prime in Svizzera continua a riempire le casse dello Stato russo e gli permette di proseguire la propria guerra.
È quindi necessario che la Confederazione assuma finalmente la sua responsabilità in questo settore e non si volti dall’altra parte quando in quanto polo del commercio di materie prime e piazza finanziaria finanziano guerre e crimini contro la popolazione di un dato Paese. Una legislazione adeguata, assieme a competenti taskforce nel settore, potrebbero consentire al nostro Paese di esercitare notevole pressione su Stati che non rispettano il diritto internazionale pubblico, fornendo così un contributo importante allo sviluppo di un’architettura della sicurezza stabile e duratura a livello globale.
In generale, la Svizzera dispone di sufficienti mezzi per perseguire una politica di promozione attiva di un’architettura globale della sicurezza che punti alla prevenzione anziché alla ricostruzione, all’attività anziché alla passività e alla conciliazione anziché al confronto.
Il GSse s’impegna per:
- Contrastare qualsiasi avvicinamento da parte della Svizzera alla NATO o qualsiasi altra alleanza militare.
- A favore dell’introduzione di sanzioni finanziarie contro Stati e governi che non rispettano il diritto internazionale e i diritti umani.
- A favore di una politica estera svizzera che promuova attivamente la pace a livello globale e s’impegni per un’architettura di sicurezza che sia preventiva e globale.

Sottoscrivo!
Da 40 anni il GSse si batte per attuare quanto contenuto in questo manifesto nella politica svizzera, sostieni il nostro lavoro firmandolo! Naturalmente puoi anche entrare a far parte del movimento o fare una donazione.

Questo manifesto è stato redatto con la collaborazione dei vari gruppi regionali, il Coordinamento e il segretariato del GSse. Impressum.